Premetto che la maggior parte dei pazienti che ricevo, presenta problemi intestinali
Alcuni esempi:
- Costipazione: evacuazioni di feci sotto le 3 volte a settimana
- Motilità intestinale troppo elevata: evacuazione di feci oltre le 2 volte al giorno
- Diarrea: evacuazioni con feci poco formate anche più volte in una giornata
- Gonfiore: fastidioso senso di pesantezza addominale e che può essere associato a costipazione oppure a diarrea
L’intervento nutrizionale, anche dopo un’attenta anamnesi da parte del medico, è uno strumento efficace per iniziare a dimunuire l’intesità e la frequenza di uno di questi disurbi. Le scelte alimentari possono essere molte e sono determinate dalle caratteristiche di ogni singolo paziente. Tutti noi abbiamo una struttura intestinale caratterizzata da un microbiota (cioè i batteri che vivono fisiologicamente nell’intestino) che può essere cambiata con ciò che mangiamo e quando non rispetta più certi equilibri, nel numero e nelle tipologie di batteri, possiamo parlare di disbiosi intestinale.
Conoscere da quali e quanti batteri è caratterizzato il microbiota di ognuno è un buon punto di partenza per stabilire un piano nutrizionale che permetta cambiamenti opposti a ciò che ha generato il disturbo.
Non è possibile generalizzare e quindi proporre una dieta per ogni disturbo senza la conoscenza del paziente; ad esempio una tendenza alla costipazione potrebbe essere determinata da una eccessiva crescita di una popolazione batterica specifica che si nutrono soprattutto di carboidrati e quindi basterebbe ridurre quest’ultimi per risolvere il problema. Purtroppo non è così, perchè indirettamente potrebbe anche essere un processo infiammatorio causato da batteri che crescono mangiando manggiormente le proteine a creare costipazione e quindi la scelta della riduzione dei carboidrati potrebbe essere totalmente sbagliata.
Questo esempio chiaramente è un modo per semplificare, perchè le cose sono molto più complesse.
Allora cosa occore fare?
Il nutrizionista dovrà ascoltare bene la narrazione del problema che porta il paziente e , ricostruendo il modo quotidiano di mangiare di quest’ultimo, insieme ad una preliminare anamnesi medica ed eventualmente con l’aiuto del test genetico del microbiota, mettere a punto un piano nutrizionale dettagliato e preciso per arrivare a ricreare quella condizione intestinale che spesso sentiamo nominare, l’eubiosi (contrario di disbiosi)