Aumento di peso e stipsi: una connessione da non sottovalutare
L’aumento di peso e la stipsi (nota anche come stitichezza) sono due problematiche che spesso vanno di pari passo, creando un circolo vizioso difficile da spezzare. In particolare, un intestino bloccato può rallentare il metabolismo, provocando infiammazioni e difficoltà nel controllo del peso. Capire questa connessione è essenziale per poter intervenire in modo efficace e migliorare il benessere complessivo.
Un intestino che funziona male, magari a causa di un uso frequente di lassativi, diventa l’ambiente ideale per batteri intestinali che producono tossine, contribuendo al blocco del metabolismo e alimentando un processo infiammatorio che può portare all’aumento di peso.
Come possiamo intervenire?
Un esempio pratico riguarda la colazione. Nonostante molti siano consapevoli del problema, spesso vedo una resistenza a cambiare le abitudini quotidiane, come il classico panino confezionato con prosciutto. Un piccolo passo potrebbe essere trasformare questo panino in qualcosa di più sano: un pane fresco di segale, integrale, o fatto con grani antichi. In questo modo, il microbiota intestinale comincerà a dare segnali positivi.
Il pane confezionato è spesso ricco di zuccheri e additivi che fanno crescere batteri pro-infiammatori nel nostro intestino. Questi ingredienti, invisibili all’occhio comune, sono accompagnati da alti livelli di omega 6 e acrilammide, due elementi problematici per la nostra salute.
Omega 6 e acrilammide: nemici nascosti
Gli omega 6 sono grassi che, se presenti in eccesso nella nostra dieta, possono favorire processi infiammatori e ostacolare i naturali meccanismi di difesa e riparazione del nostro corpo. Anche se utili in quantità moderate, troppi omega 6 predispongono l’organismo a infiammazioni croniche, incluse quelle intestinali.
L’acrilammide, invece, è una sostanza genotossica, ovvero in grado di danneggiare il DNA, e si forma durante i processi di cottura ad alte temperature (oltre i 120°C). È presente anche nei cibi naturali, ma aumenta significativamente nei prodotti da forno confezionati. Oltre a provocare infiammazioni intestinali e generali, l’acrilammide è stata associata allo sviluppo di tumori.
Un aiuto dal microbiota: l’importanza del pane integrale
La buona notizia è che possiamo intervenire anche su questo fronte. Ad esempio, optare per un pane integrale a lievitazione naturale può ridurre significativamente la presenza di acrilammide. Il lievito madre, infatti, favorisce una fermentazione naturale che, oltre a ridurre questa sostanza dannosa, promuove la crescita di batteri benefici nel nostro intestino.
Alcuni studi hanno dimostrato che le fibre contenute nei cereali integrali, come quelle della segale, aumentano l’abbondanza di batteri utili come Bifidobacterium, Akkermansia e Roseburia. Questi batteri sono fondamentali per migliorare la motilità intestinale e produrre acidi grassi a corta catena, sostanze che regolano il metabolismo e influenzano positivamente anche il benessere mentale.
Studi scientifici a sostegno
Uno studio interessante ha esaminato l’effetto protettivo dei ceppi di Lactobacillus casei e Lactobacillus reuteri contro la genotossicità e lo stress ossidativo causati dall’acrilammide. Questi batteri, presenti naturalmente nel nostro intestino, hanno dimostrato la capacità di ridurre lo stress ossidativo e contrastare i danni al DNA causati da questa sostanza. Ciò significa che non solo possiamo limitare l’assunzione di acrilammide scegliendo cibi migliori, ma possiamo anche promuovere la crescita di batteri protettivi attraverso una dieta ricca di fibre.
Un cambiamento graduale ma importante
Anche un piccolo cambiamento, come sostituire un panino confezionato con uno a base di pane di segale o integrale, può fare una grande differenza nel lungo termine. Migliorare le abitudini alimentari è un processo graduale, ma che già dalle prime settimane può dare segnali di miglioramento: una sensazione di sazietà più duratura, meno picchi glicemici e un supporto al metabolismo e alla motilità intestinale.
Inizia oggi! Prova a modificare anche solo un aspetto della tua routine alimentare, e vedrai come anche il tuo microbiota intestinale ti ricompenserà!